martedì 21 ottobre 2008

Liberi pensatori: il coraggio dell'abbandono

Vedo non pochi, della mia generazione e non solo, "scappare" loro malgrado da Cavriago, verso Comuni dove il mattone, gli affitti e i servizi sono più abbordabili...

Continuo a vedere frotte di anziani alle prese con chili di bottiglie di plastica...

Continuo a vedere rimbalzare le auto tra mille dossi...

Nell'era di internet, prevedo persino che ci ritroveremo in un costoso capannone a sfogliare quintali di carta e a mantenere un rigoroso, quasi omertoso silenzio...

Lascio volutamente da parte il mio personale concetto filosofico dello "stare bene", il quale, essendo io sempre stato di SINISTRA, comporta ben poche ma importantissime cose; e mi concentro su quello che per ME costituisce uno dei maggiori ostacoli allo "stare bene oggi", un problema annoso: le strutture partito, strumenti storicamente utili, ma verso i quali oggi esiste una non accantonabile diffidenza (chiedete in giro, nella massa politicamente inattiva).
Io comprendo perfettamente questa volontà di "cavalcare" il malcontento fornendo un aiuto... una guida... la propria bandiera. Ma la direzione, nel medio-lungo periodo, chi la decide, in quanti vorranno poi rivendicarne le responsabilità o il merito? Secondo me il nuovo e coraggioso progetto di cui si è fatta menzione, dovrebbe essere sostenuto da un unico, nuovo, coraggioso soggetto politico. Il mantenimento d'identità diverse, potrebbe comportare alcune "grane" traenti origine dai rispettivi vertici. Questa ripresa dell'orgoglio comunista a tratti mi commuove, ma al contempo mi lascia un pò perplesso. Già, non sono affatto sicuro che sia strategicamente utile il tentare di riaffermare posizioni che attirerebbero forse solo qualche nostalgico e intimorirebbe invece tutti gli altri (tra i cittadini di Cavriago che con Lenin non vogliono averci a ché fare). Inoltre non sono affatto sicuro che il restare dietro l'ègida dei partiti, ci permetterebbe di essere veramente liberi di decidere, nella consapevolezza di ogni possibile alternativa.
Capisco anche che si sia animati, almeno in queste sedi, da buone intenzioni. Vorrei però si capisse quanto il verticismo decisionale tipico dei partiti e l'attuale sistema politico (che si vorrebbe dire democratico), siano ormai da considerarsi, secondo me, anacronistici.
E' vero, dobbiamo invertire le tendenze. Dall'ambito globale a quello locale. Oggi abbiamo le tecnologie per creare una moltitudine di "laboratori" della democrazia, centri decisionali semi-autonomi, ma incentivati alla trasparenza ed alla reciproca collaborazione. Abbiamo tecnologie che, se non fossero così "scomode" per qualcuno, rivoluzionerebbero il mondo. Chi oppure cosa le ha arrestate? Massonerie, partiti, banche, multinazionali, mafie... chi oppure cosa?
Credo che solo l'uscita dai binari preimpostati, fornirebbe le potenzialità, la spinta per uno sviluppo in senso etico (e non solo...) della politica. Si creerebbe così un nuovo ed imprevedibile nemico dei potentati corrotti e dei corruttibili. Si praticherebbero così, secondo me, i primi passi verso il progresso, e con questo non voglio dire che l'esperienza non risulterebbe traumatica... Questa è in ogni modo una "vision" (per coloro che hanno studiato teoria delle organizzazioni complesse) che incontrerebbe il mio pieno appoggio.
Per avviare qualcosa di nuovo, di veramente rivoluzionario... occorre prima di tutto accettare il fatto che ci potrebbe volere più di una vita; nonché avere il coraggio di guardare oltre i dettami dei soggetti pre-esistenti, di rinunciare cioé al senso d'appartenenza e sicurezza che può conferire l'iscrizione ad una struttura partito. Solo in questo modo saremo liberi di esprimerci ed agire nelle nostre piccole realtà... e dare l'esempio...
Concludo riportando parole già citate altrove, sottolineando stavolta che certi pensieri esulano dalle categorie nelle quali tendiamo ad infilarci o ad essere infilati. La SINISTRA è soprattutto nelle vene, è una dimensione intima che non richiede tesseramento, non richiede nome...le si deve soltanto dare le forme più opportune, perché ci si possa incontrare.

«Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c'è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull'ingiustizia. »
(E. Berlinguer)

ah..avrei un libro da consigliare: "Il viaggiatore delle stelle", di Bernard Werber

ps. Siamo noi i fabbri del nostro destino. Giusto

Giuseppe Pagoto
Gruppo Val d'Enza

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