martedì 14 aprile 2009

Gli inceneritori e il "Teorema della Scamorza"

Sabato 4 Aprile, al Castello di Montecchio Emilia, si è consumata l'ennesima ipocrisia tra gli orecchi attenti del pubblico presente, per nulla rincuorato dalla pioggia di dati faziosamente snocciolati dagli scienziati chiamati in causa dalla Confcommercio, organizzatrice del convegno nazionale "Termovalorizzatori - Energia e Salute".
Agli ampi preamboli politici del presidente della provincia Sonia Masini e dell’Assessore Ambiente di Montecchio Aurelio Rovacchi, entrambi ammiccanti agli inceneritori, sono seguiti gli interventi di esperti in Ingegneria Sanitaria Ambientale (Dr. Marco Ragazzi), ingegneri meccanici (Dr. Giorgio Buonanno), e medici chirurghi (Prof Massimo Federico). Non ultimo il Chimico-Fisico Prof. Francesco Battaglia, che pare consideri frodi e/o perdite di tempo cose come l’energia fotovoltaica, i parchi eolici, il cibo biologico (“chi lo mangia muore prima”), i prodotti omeopatici; mentre afferma che l’ambientalismo sia una fesseria e nega le pericolosità insite nei campi elettromagnetici, nel nucleare, nei pesticidi e… per venire al punto, negli inceneritori. Tra simpatiche diapositive raffiguranti innocui inceneritori giocattolo, tabelle statistiche tutt’altro che esaustive e bassi raffronti con l’indice di mortalità sulle strade, nonché fuorvianti paragoni con le particelle liberate dalla scamorza bruciata, è emerso che l’inquinamento da inceneritore è “trascurabile”…se confrontato all’inquinamento prodotto dalle automobili, che le normative vigenti concernono i PM10 e i PM2,5, e non anche le nanoparticelle contenute nelle polveri ultrafini, che per il momento rimangono sui tavoli dei ricercatori in quanto il loro impatto sulla salute è… “da dimostrare e quantificare”.
Il tutto all’ombra delle ormai famose parole pro-inceneritori pronunciate dal Prof. Umberto Veronesi (affermazioni che perdono smalto, di fronte al fatto che la Fondazione Veronesi conta aziende costruttrici d’inceneritori), ed in barba a centinaia di studi che invece denunciano con sempre maggior veemenza la presenza di nocività sia tra le polveri ultrasottili lasciate andare in atmosfera anche dai moderni sistemi di filtraggio, sia tra le ceneri pesanti, cioè quelle che rimangono sul fondo della griglia del forno, a combustione ultimata. Nulla è stato detto a proposito delle analisi compiute sulle diossine e PCB trovati nei polli, nelle uova, nei pesci e in altri animali nei pressi dell'inceneritore di Montale a Pistoia. Nulla è stato detto delle problematiche riscontrate per gli impianti di Massafra (TA), Terni, Pietrasanta (LU), Colleferro (RM), Modugno (BA), Brescia (18 aziende agricole con il latte contaminato). Ancora nulla si è riferito sul rapporto costi/benefici, soprattutto in confronto a quello che altre tecnologie, legate alla trasformazione (e non alla distruzione) dei rifiuti, saprebbero garantire. Nulla ci è stato detto di quella lettera aperta (inviata a Repubblica e mai pubblicata), scritta da 50 medici e scienziati, in difesa dell’oncologa Dr.ssa Patrizia Gentilini, attaccata pesantemente da Matteo Renzi (candidato sindaco a Firenze e sostenitore dei “termovalorizzatori”), per le sue dichiarazioni pubbliche riguardanti il preoccupante aumento dell’incidenza tumorale, soprattutto tra i giovani e le donne, nelle aree prossime agli inceneritori, non solo in Italia, ma anche in Inghilterra e Francia. Nulla è stato aggiunto, nemmeno dell’incessante impegno del Prof. Federico Valerio, chimico ambientale, nel denunciare non solo i costi ambientali, ma anche quelli economici, a cui le pubbliche amministrazioni vanno incontro, nel momento in cui decidono di aprire nuovi impianti di incenerimento (2,5 milioni di Euro per pochi posti di lavoro, contro i 600 mila Euro per centri di riciclaggio come quello che possiamo trovare a Vedelago TV). Nelle graziose cartelline fornite ai presenti dalla Confcommercio, era presente anche un modulo per la “richiesta d’intervento”, altra traccia di quell’ottica burocratica che maltollera il contraddittorio; tant’é che, alla fine del teatrino, del pubblico nessuno ha potuto in realtà intervenire, nemmeno coloro che si erano attenuti alle regole compilando la richiesta. Mirabili i cartelli di sensibilizzazione ideati dall'attivista Maria Petronio che, avendo intuito il bluff, si è improvvisata donna sandwich.

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